Leggi :  FICPI FICPI FORUM
Leggi, convenzioni, trattati, regolamenti, procedure e proposte in materia di proprietà industriale ed intellettuale 
Ratifica EPC2000
Data: 14 ottobre, 2007 [02:36]

In questi ultimi giorni vi è stato un susseguirsi di mail (da parte del Collegio) e di SPAM da parte dei membri EPI di sollecito ai Politici per la ratifica di EPC2000 entro Santa Lucia 2007.
Il sollecito è sicuramente doveroso, lo SPAM un po' meno, ma vorrei venisse presa in considerazione una meditazione preliminare:
- Il brevetto Europeo ha conseguito o sta conseguendo (comunque sia scritta la convenzione) i propri obiettivi ?

Alcuni spunti.
Sicuramente la convenzione ha permesso di
-- unificare una procedura di ricerca e d'esame;
-- unificare le legislazioni nazionali in materia di brevettabilità;
-- evidenziare l'importanza delle rivendicazioni;
-- indicare attraverso le Guidlines for examination metodi di valutazione della validità o no di un brevetto.

Sicuramente, però, il brevetto Europeo, è il più costoso nel mondo oltre ad essere il più difficile da proteggere.
Infatti:
-- il brevetto Europeo richiede esame e convalida;
-- la convalida in solo sei paesi della comunità lo rende costoso più del doppio di ogni altro brevetto nazionale (anche federale);
-- l'eventuale convalida in tutti i paesi della comunità lo renderebbe costare almeno 10 volte quanto costa un brevetto di un qualsiasi paese del mondo (anche federale);
-- il brevetto Europeo non prevede sconti per le PMI;
-- appare, a volte, dubbio se effettivamente l'Ufficio Europeo dei Brevetti persegua la possibilità di un brevetto comunitario o piuttosto persegua una propria strategia di estensione "Europea" indipendentemente dalla comunità europea (se non contro).

Queste considerazioni, a mio parere personale, avrebbero dovuto essere alla base di un approfondimento, in particolare per gli studi professionali che spesso hanno a che fare con inventori o piccole industrie la cui capacità di investimento in Proprietà Industriale è comunque limitata.

La ratifica e l'urgenza della ratifica spingono a non meditare se esista piena soddisfazione sul Brevtto Europeo e sul suo modo di evolvere.


Re: Ratifica EPC2000
Data: 28 novembre, 2007 [05:33]

Caro Ingegnere,
la prego di scusare il ritardo nel dare seguito alla sua riflessione sul brevetto europeo.
In sostanza la critica principale che lei muove a questa istituzione è quella di costare troppo per quello che da in cambio a chi lo chiede.
Tuttavia vorrei richiamare la sua attenzione su alcuni aspetti che mi sembrano degni di considerazione.
Chi come me operava ben prima della nascita del brevetto europeo ricorda bene che quando si trattava di estendere all'estero una domanda nazionale, specialmente se ciò avveniva a pochissima distanza di tempo dal termine prioritario, si dovevano prendere in considerazione e coordinare non soltanto le norme relative a ciascun paese ma anche avere familiarità con le procedure di deposito per ciascun paese, predisporre le traduzioni nelle lingue nazionali, procurare un numero adeguato di documenti di priorità ecc. ecc.
Per giunta il deposito veniva fatto a "scatola chiusa" a meno che non si fosse fatta per tempo una ricerca preliminare (allora si ricorreva allo IIB olandese) senza sapere quale sarebbe stato il destino delle domande.
Con la procedura europea non soltanto è stato messo a punto un sistema organico di ricerca dello stato della tecnica che viene da tutti giudicato il migliore al mondo ma è diventato possibile risparmiare, quando lo stato dell'arte "ammazza" l'invenzione che si vuole monopolizzare, un buon 50% se non di più di quanto si sarebbe speso, ripeto a scatola chiusa, per il deposito delle domande nazionali.
A questo si aggiunga che l'introduzione relativamente recente della "written opinion" è di grande aiuto nel valutare quale sarà la "fine" della domanda europea e quindi della tutela che si otterrà per i paesi designati.
Per quanto riguarda la sua specifica osservazione circa l'opportunità di una riflessione comune tra gli addetti ai lavori prima di entrare a far parte di questo nuovo trattato, le ricordo che quando erano in corso i lavori preparatori della revisione della convenzione, cui ha partecipato anche una delegazione italiana, non era ancora invalso l'uso (attuato invece costantemente dall'UIBM da alcuni anni a questa parte) di consultare le parti interessate in modo da ottenere una panoramica delle opinioni degli specialisti del settore.
In Italia esiste un Ordine che è purtroppo affetto da un vizio di origine, vale a dire essere tenuto e regolato dall'UIBM, per cui pur partecipando attivamente grazie al sacrificio di alcuni cirenei come il Dr. De Benedetti ai lavori preparatori delle iniziative governative in tema di IP, non agisce nel senso da lei indicato, ossia provocare riflessioni degli iscitti su temi che riguardano la professione di mandatario italiano.
Il Collegio che da qualche anno è anch'esso invitato alle riunioni periodiche indette dall'UIBM oltre che a convegni e seminari, ha una consistenza numerica esigua.
Pertanto anche se la sua opinione viene talvolta ascoltata non ha certamente la forza necessaria per farsi sentire nelle sedi opportune che sono più in alto dell'UIBM.
Infine ed è questo l'aspetto più sconfortante, se si prova ad indire una riunione assembleare per una discussione di questo generte, il numero dei partecipanti è veramente esiguo.
Il consiglio del collegio sta tentando di modificare lentamente questo atteggiamento, cambiamento che richiede tempi lunghi ed un'opera di convincimento laboriosa.
Un esempio è proprio l'istituzione del forum che attualmente "vivacchia" nel senso che pochi ancora sono quelli che come lei lo considerano e lo utilizzano come mezzo semplice ed immediato per uno scambio di opinioni.
Cordialmente
Gianfranco Dragotti



Gianfranco Dragotti



Spiacente, solo gli utenti registrati possono intervenire. Cosa aspetti a registrarti?
This forum powered by Phorum.